martedì 20 giugno 2017

PECHINO, DOVE ORIENTE E OCCIDENTE SI INCONTRANO


Un nostro inviato è stato recentemente a Pechino: le vorticose trasformazioni della millenaria capitale della Cina viste in prima persona tra modernità e tradizione


“La Cina è vicina”, questo è lo slogan con il quale, sempre più frequentemente, ci si riferisce a questo grande paese asiatico. Si può parlare di vicinanza non solo per la numerosa e radicata presenza cinese nella penisola italiana, ma anche perché la “Terra di Centro” (termine con il quale la Cina è chiamata dai suoi abitanti) ha raggiunto uno sviluppo economico e un benessere diffuso che ha portato la sua popolazione urbana a vivere come noi occidentali. Questo lo si può facilmente desumere, se ci si reca in viaggio a Pechino, fin dal primo impatto con lo skyline della Capitale dove si stagliano palazzi imponenti, di altezza simile o superiore a quelli delle più importanti metropoli europee e americane. A Pechino e dintorni sono enormi alcuni luoghi simbolo della città, come Piazza Tienanmen, i templi di Confucio e di Lama, il Palazzo del Cielo e altri antichissimi edifici sacri, oltre alla Grande Muraglia, raggiungibile più velocemente a Mutianyu, una località distante dalla Capitale circa 70 chilometri. Per una parte di queste celeberrime attrazioni sono necessarie diverse ore di visita e ben presto si possono cogliere le profonde differenze di questi luoghi rispetto a quelli delle nostre città. Gran parte dei monumenti infatti, in primis quelli sacri, seguono dei profili architettonici caratteristici diversi da quelli occidentali. Come anticipato, fatta eccezione per qualche piccola sacca di povertà, circoscrivibile alla presenza di qualche mendicante nelle strade e nei vicoli stretti del centro (Hutong) in cui gli abitanti di questi quartieri sono ancora costretti ad utilizzare i bagni pubblici, i pechinesi vivono all’“occidentale”. Ad esempio se si prende la metropolitana è facile notare che una parte dei passeggeri è costantemente intenta ad usare il proprio cellulare, proprio come ormai avviene regolarmente nei mezzi pubblici di Milano. In aggiunta la metro della Capitale è tecnologica, ha prezzi convenienti ed è facile acquistare i biglietti, a differenza che nelle nostre principali città, dove nei distributori automatici è difficile capire le tariffe di cui si ha bisogno. Infine sono da menzionare alcune singolarità in ambito culinario della Cina: i piatti tipici sono, oltre al riso, l’anatra arrosto, la cui carne è molto simile a quella del pollo, e altri animali che mai ci immagineremmo di mangiare come scorpioni, cavallette o blatte, anche se il consumo di questi cibi tra i cinesi è limitato, e per certi versi sono più i turisti occidentali a voler “provare” nuovi gusti. Peraltro nei ristoranti di Pechino i prezzi risultano più abbordabili rispetto a quelli italiani. Ad esempio, in locali rinomati è molto facile arrivare a spendere al massimo 10-11 euro a testa. Last but not least è da sottolineare la disponibilità dei cinesi che, in genere, sono sempre pronti ad aiutarti quando chiedi loro delle informazioni, nonostante in certi casi conoscano solo il mandarino e non parlino inglese. Del resto cordialità e ospitalità sono da secoli nobili tratti distintivi del popolo cinese. 

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