La
novità rappresentata dal voto elettronico utilizzato per il referendum sull’autonomia lombarda
raccontata dal di dentro: un presidente di seggio, nostro collaboratore, ci
descrive infatti la sua esperienza personale, i vantaggi e gli svantaggi del
nuovo sistema e, in particolare, i segreti del nuovo meccanismo rispetto a
quello "tradizionale" costituito da matita e scheda elettorale.
L’E-voting
in Lombardia nel referendum dello scorso 22 ottobre è stato una prima assoluta
per il nostro Paese. A conti fatti l’esperimento ha avuto lati positivi e
negativi. I problemi più grossi sono stati il sabato (pomeriggio dedicato
tradizionalmente all'allestimento dei seggi) per quelle sezioni che erano state
sorteggiate per avere, oltre ai tablet
per il voto elettronico anche gli auditkit,
vale a dire le stampanti collegate alle cabine che alla chiusura dei seggi hanno
stampato l’esito della consultazione. Pensate che in alcuni casi, per dei
malfunzionamenti degli auditkit
durante le operazioni del sabato, i componenti del seggio hanno finito di
lavorare a sera inoltrata, addirittura i meno fortunati alle 23. Da quanto è
emerso sembra che i tecnici, che altro non erano che dei giovani scelti da un’agenzia
interinale, non siano stati in grado di risolvere gli intoppi, anche perché la
preparazione fornita loro era stata molto sommaria. Sempre nella giornata di
sabato, qualche piccola seccatura c’è stata per l’accensione e il collegamento
dei tablet – che, a parer mio,
avrebbero potuto già essere posizionati all’interno delle cabine - senza
contare le altre consuete operazioni di allestimento del seggio. Certo, su
internet c’era materiale esplicativo in abbondanza (video, manuali ecc..),
anche esauriente, ma in caso si fossero verificati problemi anche alle Voting Machine dopo l’accensione e nel
corso della diagnostica, i già citati tecnici si sarebbero trovati nuovamente
spaesati. In sostanza in alcuni casi si è corso il serio rischio di bloccare le
operazioni del sabato.
Da ultimo c’era da sigillare lo
sportello delle Voting Machine, in
cui erano state collegate le chiavette USB approntate per la raccolta dei voti,
e compilare un verbale in cui bisognava fare l’inventario del materiale trovato
in ogni singola scatola in cui erano stati messi i tablet. A mio giudizio le operazioni da fare sulle Voting Machine non erano trascendentali,
ma, assieme a quelle consuete che si facevano in precedenza, dal punto di vista
numerico diventavano numerose a tal punto che a qualche presidente di seggio
sarà probabilmente venuto il mal di testa.
La domenica, invece, problemi di grossa
rilevanza non ce ne sono stati, se si eccettua qualche persona anziana che
chiedeva aiuto, una volta dentro la cabina, per le modalità attraverso le quali
esprimere il proprio voto ("Nun
saccio leggere, “non so cosa fare”). E’ anche vero, tuttavia, che l’affluenza
non è stata elevata (38,34% per l'intera Regione, solo il 31% per Milano
città metropolitana!), per cui non si può sapere con esattezza se ci sarebbero state
difficoltà maggiori in caso di consultazioni più importanti (elezioni
politiche, amministrative ecc..). Un piccolo rilievo si può fare sulla modalità
di registrazione dell’elettore che aveva appena espresso il suo suffragio,
perché, siccome non era necessario portare la tessera elettorale al seggio, ma
era sufficiente esibire un documento d’identità, questa volta bisognava
compilare una ricevuta da consegnare su cui c’erano da riportare i dati
personali del votante (nome, cognome, data di nascita, numero della sezione).
Un’operazione che si è rivelata più lunga rispetto a quella usuale in cui, su
un registro apposito, bisognava semplicemente scrivere il numero della tessera
elettorale. Infine l’attesa per la riconsegna delle chiavette Usb collegate
alle Voting Machine da parte degli
uffici elettorali ha causato maggiori disagi nei comuni più grandi come Milano,
mentre in quelli più piccoli si è dovuto aspettare non tantissimo (al massimo
mezz’ora).
In conclusione ci sono sicuramente aspetti da migliorare, in primis il problema della restituzione
delle pen-drive a Milano con
conseguente ritardo nella comunicazione dei risultati, e anche la compilazione
delle ricevute agli elettori, ma il sistema ha anche alcuni punti di forza,
come lo scrutinio immediato e l’impossibilità da parte dei rappresentanti di
lista di contestare l’esito del voto al momento dello spoglio.
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