venerdì 7 ottobre 2016

Cervelli in fuga

Risultati immagini per fuga giovani talenti
Proprio nel momento un cui le polemiche politiche riguardanti l’accoglienza di profughi e migranti economici in Italia e in Europa sembrano aver raggiunto il loro apice, per contrappasso continua ad accentuarsi l’esodo di giovani e meno giovani dal nostro Paese verso l’estero: secondo il rapporto recentemente pubblicato dalla Fondazione Migrantes (organismo pastorale della Comunità Episcopale Italiana), infatti, nel solo anno 2015 hanno lasciato il Bel Paese 107.529 persone, con un aumento del 3,7 % rispetto all’anno precedente. In totale ammonterebbero a 4.811.163 i nostri connazionali residenti all’estero e iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani all’Estero), con una mobilità aumentata del 55% nell’ultimo decennio. In sostanza, osserviamo, il numero di popolazione straniera in regola residente ad oggi in Italia (di poco superiore alle 5 milioni di unità) equivale all’incirca al numero di connazionali che vivono e lavorano stabilmente all’estero. Segnale inequivocabile che sempre più spesso i giovani italiani (la fascia d’età maggiormente coinvolta da questo flusso migratorio è logicamente quella dai 18 ai 34 anni) si trovano costretti a fare scelte di vita obbligate e a tentare di costruire il proprio futuro lontano da casa. Per qualcuno di questi la scelta sarà certamente dettata da opportunità personali e professionali appaganti ed economicamente vantaggiose, tuttavia per la maggioranza si tratta, come detto, di una vera e propria necessità. Una spia della profonda crisi economica e sociale in cui si è imbattuta l’Italia negli ultimi anni, incapace di garantire lavoro e prospettive di vita finanche alle sue menti migliori, giovani e brillanti neolaureati che non trovano spazio e opportunità nell’angusto e spietato mercato del lavoro. Interessante infine notare poi che non siano più solamente i Paesi europei (Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Svizzera e Belgio su tutti) le mete privilegiate, ma ci sia sempre più spinta verso il Sudamerica. In questo senso la parte del leone è esercitata dal Brasile. Il gigante verdeoro, infatti, è il Paese che negli ultimi dieci anni ha registrato il maggior incremento netto (+ 151 %) di immigrati italiani, la cui cifra totale di residenti in loco iscritti all’AIRE ha raggiunto le 373 mila unità. Una dimostrazione tangibile dei tempi che cambiano, ma anche, se vogliamo, un ritorno su scala ridotta al passato, in particolare agli albori del secolo scorso, con i trolley al posto delle valigie di cartone e smartphones e tablets come compagni di viaggio hi-tech.  

Nessun commento:

Posta un commento