Proprio nel momento un
cui le polemiche politiche riguardanti l’accoglienza di profughi e migranti
economici in Italia e in Europa sembrano aver raggiunto il loro apice, per
contrappasso continua ad accentuarsi l’esodo di giovani e meno giovani dal
nostro Paese verso l’estero: secondo il rapporto recentemente pubblicato dalla
Fondazione Migrantes (organismo
pastorale della Comunità Episcopale Italiana), infatti, nel solo anno 2015
hanno lasciato il Bel Paese 107.529 persone, con un aumento del 3,7 % rispetto
all’anno precedente. In totale ammonterebbero a 4.811.163 i nostri connazionali
residenti all’estero e iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani all’Estero),
con una mobilità aumentata del 55% nell’ultimo decennio. In sostanza,
osserviamo, il numero di popolazione straniera in regola residente ad oggi in
Italia (di poco superiore alle 5 milioni di unità) equivale all’incirca al
numero di connazionali che vivono e lavorano stabilmente all’estero. Segnale inequivocabile che sempre più spesso i
giovani italiani (la fascia d’età maggiormente coinvolta da questo flusso
migratorio è logicamente quella dai 18 ai 34 anni) si trovano costretti a fare
scelte di vita obbligate e a tentare di costruire il proprio futuro lontano da
casa. Per qualcuno di questi la scelta sarà certamente dettata da opportunità personali e professionali appaganti ed economicamente vantaggiose, tuttavia per la maggioranza si tratta, come detto, di una vera e propria necessità. Una spia
della profonda crisi economica e sociale in cui si è imbattuta l’Italia negli
ultimi anni, incapace di garantire lavoro e prospettive di vita finanche alle
sue menti migliori, giovani e brillanti neolaureati che non trovano spazio e
opportunità nell’angusto e spietato mercato del lavoro. Interessante infine notare
poi che non siano più solamente i Paesi europei (Germania, Gran Bretagna,
Francia, Spagna, Svizzera e Belgio su tutti) le mete privilegiate, ma ci sia
sempre più spinta verso il Sudamerica. In questo senso la parte del leone è
esercitata dal Brasile. Il gigante verdeoro, infatti, è il Paese che negli
ultimi dieci anni ha registrato il maggior incremento netto (+ 151 %) di
immigrati italiani, la cui cifra totale di residenti in loco iscritti all’AIRE ha raggiunto le 373 mila unità. Una
dimostrazione tangibile dei tempi che cambiano, ma anche, se vogliamo, un
ritorno su scala ridotta al passato, in particolare agli albori del secolo
scorso, con i trolley al posto delle valigie di cartone e smartphones e tablets
come compagni di viaggio hi-tech.
Nessun commento:
Posta un commento