mercoledì 24 luglio 2013

Milano, quanto ci costi!


Quante volte avrete sentito che al Nord il costo della vita è più elevato rispetto alla media nazionale. A questo proposito focalizziamo l'attenzione sulla capitale economica e finanziaria del Settentrione, notoriamente considerata una delle metropoli più costose d'Europa. Che Milano fosse la città più cara d'Italia era risaputo, ciò che stupisce è semmai la crescita verticale dei prezzi e l'aumento delle spese mensili per famiglia (specie per la casa) che sta interessando il capoluogo lombardo negli ultimi anni, peraltro in modo assolutamente sproporzionato rispetto al resto del Paese. Il tutto parallelamente all'imperversare della più pesante crisi economica dalla II Guerra Mondiale in avanti.
I dati dell'indagine Consu-Mi realizzata da Ipsos per Camera di Commercio e Comune di Milano sono eloquenti: le famiglie milanesi hanno speso nel 2012 più di tremila euro al mese per mantenersi (3068 per l'esattezza) per un totale annuo di 27 miliardi di euro. Ciò significa spendere circa 96 euro in più della media della Lombardia e 543 euro di più rispetto al resto dell'Italia. Voi direte: "a Milano si spende di più, ma gli stipendi mensili sono più alti e i servizi migliori rispetto alla media nazionale". E' indubbiamente vero tutto ciò, ma anche a Milano c'è erosione salariale, precarietà e disoccupazione, così i cittadini negli ultimi tempi hanno dovuto cominciare a "tirare la cinghia".
Dall'indagine si evince infatti che buona parte delle famiglie meneghine non riesce più a risparmiare e spende tutto ciò che guadagna per mantenersi. E dove non si può risparmiare si comincia a tagliare. Nello specifico i tagli colpiscono in primis i generi alimentari, poi i settori dell'abbigliamento e delle calzature, per arrivare infine alle spese sanitarie, al tempo libero e alla cultura. Tutto questo ha come relativa e spiacevole conseguenza l'aumento della povertà e dell'emarginazione (specie per anziani ed extracomunitari) in una delle metropoli più opulente del Vecchio Continente, pensiamo per esempio al massiccio afflusso di persone presso le mense della Caritas Ambrosiana, o alle richieste sempre maggiori al Comune di Milano di assistenza domiciliare e pasti gratuiti per le categorie summenzionate. Il quadro è pittosto desolante, dunque, e le parole servono a poco, urgono rimedi.

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