giovedì 17 ottobre 2013

Viaggio immobile nella Milano da bar


Se volete conoscere il pensiero delle masse profonde vi consiglio di entrare in un bar di Milano, meglio se della periferia della metropoli meneghina: qui l'afflusso a partire dalle 18 è massiccio, qui la gente (di tutte le età) si sfoga e "parla con la pancia". E in qualche caso non solo con la pancia, ma anche con le mani. Talvolta l'oggetto del dibattere sono le donne, più spesso si tratta di politica, ancora più spesso di calcio. Del resto, è risaputo, l'Italia è il Paese dei 60 milioni di Presidenti del Consiglio e degli altrettanti commissari tecnici della nazionale. Insomma, il bar (come altri luoghi pubblici, vedi lo Stadio, il Pub o l'Università) diventa il luogo dove scaricare frustrazioni e delusioni provenienti dalla vita di tutti i giorni. Ci si può trovare l'anziano che si lamenta della sua (povera) pensione, sacramentando come un turco mentre gioca a briscola; ci si trova di fronte al 50 enne single che si lamenta del governo e delle forze dell'ordine, oppure al 40 enne sposato che piange miseria e si gioca metà del salario alle slot machines, magari dopo aver consumato tre bottiglie di birra. Infine c'è anche il ragazzo, forse nemmeno maggiorenne, che entra e va deciso verso il bancone a comprare tre pacchetti di sigarette per farsi bello e forte con amiche ed amici. Insomma, viviamo in una società di alienati, dove l'uomo vive in funzione del lavoro e vede il lavoro, e di riflesso il denaro, primariamente come mezzo per poter soddisfare le sue "necessità" più bestiali (intese come proprie dell'animale, sia pure ragionevole, che l'uomo pur sempre rimane): mangiare, bere, dormire, socializzare e, non ultima, riprodursi. Siamo un Paese dove la gente si lamenta in continuazione, passa il tempo a mugugnare, e poi accetta tutto supinamente invece di agire e solidarizzare. Voi direte: "E che c'è di strano? Non è sempre stato così?". La mia risposta è no, non è sempre stato così, e sono convinto che, in un futuro più o meno lontano non sarà più così.

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